Data: 2-9 Agosto 2019
Partecipanti: Mario Simonacci, Noemi Saltalamacchia, Maria Opera, Elisa Zenoni.
Tutor: Guido Picardi – Claudia Scarpitti
Facilitatori: Giancarlo Guadagno – Domenico Lucanto
Il laboratorio di Landmark design si è ibridato con: Arnaldo Iuduci
PROCESSO
Scenario
Il laboratorio di Landmark design è stato il tramite per l’ibridazione tra la comunità di TRANSLUOGHI e il paesaggio del Bussento orientale.
Le giornate di escursione nei comuni di Morigerati-Sicilì, Casaletto Spartano-Battaglia e Tortorella ci hanno restituito l’immagine di un territorio unitario, stratificato, con una storia geologica antica e presenze antropologiche ancestrali.
Allo stesso modo, le lunghe chiacchierate con gli attori locali – l’architetta Franca Bello e le referenti dell’Oasi WWF di Morigerati – ci hanno permesso di intessere una relazione più intima con la comunità che oggi abita quest’angolo del Cilento.
In particolare, uno dei custodi del territorio, Arnaldo Iudici, è stato parte attiva del laboratorio, e ha accompagnato lo sviluppo del progetto per tutta la durata della residenza.
Metodo
Il laboratorio di Landmark design si è caratterizzato fin da subito per il tentativo di spostare l’attenzione dal focus sul progetto a quello sul processo. In tal senso, le fasi di esplorazione, progettazione, realizzazione e restituzione dell’output si sono configurate come momenti diversi ma spesso contemporanei di un unico percorso di comprensione e ricreazione del paesaggio.
Navigare a vista in un mondo sconosciuto richiede fiducia nelle sensibilità e competenze di tutti i partecipanti alla residenza; per questo motivo orizzontalità e multidisciplinarietà sono state l’ossatura metodologica del laboratorio.
Il disegno di mappe mentali, emotive e di comunità ci ha permesso di costruire un sistema di coordinate attraverso il quale orientarci: una bussola fatta di immagini forti, impressioni comuni, fiumi, sentieri, montagne, stelle. Un immaginario collettivo in grado di restituire una narrazione corale del paesaggio, attraverso un linguaggio costituito da forme e segni che esprimessero il senso dei luoghi.
La realizzazione dei landmark, resa possibile dall’attività di autocostruzione, ha infine consentito il lavoro di ricreazione concreta del paesaggio; mentre l’installazione degli oggetti nelle aree predefinite si è configurata come un atto performativo, che ha restituito alla comunità locale il senso di un’azione intensa e sensibile.
OUTPUT
L’output del laboratorio di Landmark design è al tempo stesso una narrazione e un’interpretazione corale del paesaggio, che agisce su più scale e dimensioni: fisicamente, attraverso un circuito di installazioni segnaletiche che attivano delle interazioni tra il corpo umano e l’ambiente circostante; e digitalmente, per mezzo di una mappa multimediale che racconta il rapporto tra la valle del Rio Bussentino e la comunità antropica che la abita.
I landmark sono installazioni in listelli di legno dipinti di rosso: oggetti dichiaratamente alieni, che invitano a fermarsi e a osservare il paesaggio. Grazie all’introduzione di sedute, cornici, cannocchiali, il viaggiatore viene invitato a guardare nella direzione dei borghi e dei siti naturalistici del Bussento Orientale, in un gioco di rimandi che intende stabilire delle connessioni tra luoghi al tempo stesso vicini e lontani.
Ciascuna installazione presenta un QR-code che rinvia a una mappa interattiva, sulla quale è possibile rintracciare gli elementi identitari della valle del Bussento orientale, che contribuiscono a comunicare l’unitarietà del territorio: il Rio Bussentino, il circuito ad anello dei sentieri escursionistici, le fontane, i mulini. Diversi marker segnalano poi i luoghi di interesse da connettere e rilanciare – i siti naturalistici, i borghi da visitare, i punti panoramici, le aree di sosta, le produzioni locali.
In rosso è evidenziato il network dei landmark realizzati da TRANSLUOGHI, che invita i viaggiatori all’esplorazione fisica del territorio; quasi una caccia al tesoro all’interno del paesaggio.