Osso – Monti Dauni è la tesi magistrale di laurea in Progettazione Urbana di Alberto Marzo e Valeria Volpe. Nella sezione del sito Osso – Monti Dauni, nella sezione Buone Pratiche, ci siamo anche noi di Recollocal, e con noi tanti amici e reti.
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LA RICERCA
Questo lavoro nasce dal crescente interesse che il tema delle aree marginali del Paese suscita oggi all’interno del dibattito culturale e politico.
In particolare, ci siamo occupati dei Monti Dauni, area appenninica pugliese al confine con Molise, Campania e Basilicata, selezionata come Area Pilota della regione all’interno della Strategia Nazionale delle Aree Interne.
La ricerca si compone di differenti livelli di lettura.
In primo luogo un’analisi della Strategia attraverso il confronto con gli elaborati prodotti dalle politiche avviate e con gli operatori coinvolti.
Successivamente una lettura del territorio per comprendere cause e tendenze dello spopolamento, sintetizzata attraverso mappe zenitali dei ventinove comuni nel loro insieme.
A questa prima fase di rielaborazione di dati oggettivi segue una fase di immersione diretta all’interno dei paesi.
Due viaggi, in due diversi momenti della ricerca, ci hanno permesso di osservare dall’interno cinque paesi, di interagire in prima persona con luoghi e persone.
Nasce qui l’esigenza di trovare strumenti che possano raccontare questi luoghi tenendo assieme la molteplicità di spazi, volti, pratiche che in essi, oggi, si incontrano.
Abbiamo quindi realizzato cinque cartine rielaborando il tema delle mappe del pellegrino, antiche narrazioni bidimensionali che, tramite l’ausilio di immagini e annotazioni, accompagnavano i viaggiatori.
Dall’insieme di queste differenti letture i paesi si mostrano come nuovi spazi di sperimentazione, di possibilità.
Emerge tuttavia la necessità che questi luoghi si aprano all’esterno, che livello globale e locale si intreccino così da rompere la condizione di isolamento preservando, al tempo stesso, quelle lacune che li rendono, oggi, così interessanti.
Pensiamo che, per fare ciò, ci sia bisogno di una rete di luoghi fisici, consapevoli e connessi, che, inseriti nei paesi, generino processi di trasformazione aggregando abitanti stabili e temporanei.
Dei luoghi che funzionino da piazze, al tempo stesso fisiche e virtuali, per colmare le distanze tra paesi e facilitare l’interazione con la città, salvaguardando al tempo stesso specificità e vocazioni.
Degli incubatori che rendano possibile l’invasione dell’urbano necessario nel paese che ci vuole.
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